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La storia

La nostra Timeline

Vento di Venezia (2004 - OGGI)
Il Periodo di Abbandono (1958 - 2003)
Insediamenti Militari (1807 - 1958)
I Monaci Certosini (1424 - 1807)
La Comunità Agostiniana (1199 - 1424)

Dal novembre del 2004 prima i capannoni e poi tutte le infrastrutture restaurate sono state assegnate a Vento di Venezia, una società di giovani imprenditori e velisti, che in tempi rapidi sta completando l’attivazione di un marina resort non solo sostenibile dal punto di vista ambientale ma che si propone di essere uno dei più dinamici elementi del suo sviluppo.

Le definitive chiusure dell’opificio pirotecnico nel 1958 e delle residenze militari dieci anni dopo causarono un penoso stato di degrado.
Nel 1997 sono iniziati gli interventi di risanamento, recupero morfologico e ambientale, riuso e rivitalizzazione economica a opera del Magistrato alle Acque-Consorzio Venezia Nuova e del Comune di Venezia. I lavori sono stati finanziati dalla U.E., dalla Legge Speciale per Venezia e dal bilancio ordinario del Comune di Venezia.
Dal 1985 a oggi il Comitato Certosa e Sant’Andrea – diretto dagli ambientalisti veneziani Cesare Scarpa e Flavio Cogo – si è mobilitato per salvaguardare l’Isola dal degrado e recuperarla come Parco Urbano, organizzando per 15 anni il “Certosa Day” e coinvolgendo migliaia di cittadini. Dal dicembre del 2000 il Comitato dirige il servizio di vigilanza ambientale dell’Isola della Certosa in collaborazione con la cooperativa sociale penitenziaria “Il Cerchio – Onlus”. Dal 2003 è stato attivato, con il finanziamento della provincia di Venezia, il Laboratorio territoriale di educazione ambientale.

Nel dicembre del 1807, in seguito all’occupazione dei territori da parte dei francesi, i monaci della Certosa di Venezia furono trasferiti presso il convento del Bosco del Montello. Alcuni anni prima si era ventilata l’idea di costruire il cimitero principale presso l’isola ma l’ipotesi fu abbandonata per quella di San Michele presso Murano. Nel 1812, essendo stata occupata dai militari ,vide la costruzione di nuovi depositi di polvere a sostituire quelli vetusti Seicenteschi.
All’inizio del XIX secolo, in seguito agli editti di Napoleone, l’isola cessò forzatamente l’uso conventuale e fu spogliata delle sue opere d’arte, venendo convertita all’uso militare.

Dopo soli due secoli in seguito all’abbandono da parte di questa prima comunità l’isola venne ceduta alla comunità dei certosini, il 15 giugno del 1424 Papa Martino V si rivolgeva all’abate di San Giorgio Maggiore affinché trasferisse i pochi canonici agostiniani rimasti nell’isola in altri monasteri della laguna.
Solo dopo la bonifica e il consolidamento dell’isola si avviarono i lavori di costruzione delle rive; in particolare nel 1581 era stata costruita tutta la riva che chiudeva il prato. L’attività principale, oltre al monastero, era rappresentata dalla presenza di alcuni agricoltori che lavoravano i campi dell’isola; l’economia prevalente era quella dell’orto, delle vigne e, in parte, del pascolo.
Nel 1576 l’isola venne coinvolta dalla peste e subì numerosi danni alle strutture presenti e alle vigne presenti. Nel 1632 si avviarono i lavori per la costruzione del casello delle polveri. Le strutture presenti sull’isola necessitavano di un continuo lavoro di manutenzione e sul finire del settecento vennero effettuati interventi alle celle, alla chiesa e al campanile.

La bocca di porto nord-orientale di Venezia divenne la via preferenziale per l’ingresso in laguna fin dal primo sviluppo della città. Non fu un caso che l’isola della Certosa divenne sede di una comunità di agostiniani già dal dicembre del 1199, ovvero dal momento in cui il vescovo di Castello concesse a padre Domenico Franco, sacerdote della chiesa di Santa Sofia di Venezia, “due tumbe di terra versus porticellos in littore minori”, di proprietà dello stesso vescovato.